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Le strade extraurbane rappresentano una componente fondamentale della rete viaria italiana.
Essere a conoscenza di quali sono le strade extraurbane è essenziale per chi guida e vuole rispettare le normative previste dal Codice della Strada.
Secondo l’articolo 2 del Codice, le strade in Italia si suddividono in diverse categorie, e tra queste spiccano le strade extraurbane principali e secondarie.
Ogni tipologia ha caratteristiche tecniche precise, limiti di velocità distinti e regole di circolazione specifiche.
Le strade extraurbane principali, anche chiamate “di tipo B”, sono costruite per collegamenti rapidi tra centri abitati e spesso presentano carreggiate separate, corsie di accelerazione e decelerazione, ma non sempre hanno le stesse caratteristiche delle autostrade.
Le secondarie, o “di tipo C”, sono strade fuori dai centri urbani, con caratteristiche meno rigorose, usate per traffico locale o regionale.
Entrambe le tipologie si distinguono nettamente dalle autostrade, non solo per infrastruttura, ma anche per la segnaletica e i vincoli normativi.
Questo articolo offre una panoramica dettagliata sulle strade extraurbane in Italia, esaminando i criteri di classificazione, i riferimenti normativi, gli esempi concreti e le regole principali da rispettare quando si viaggia su queste strade.
Saranno illustrate anche le differenze con le altre categorie di strade, come urbane e autostrade, per offrire un quadro completo a cittadini, studenti, professionisti del settore e conducenti.
Se ti sei mai chiesto cosa si intende per strada extraurbana, come riconoscerla e quali limiti vi si applicano, questa guida ti fornirà tutte le risposte necessarie, secondo le normative ufficiali e le fonti aggiornate del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Il Codice della Strada italiano distingue chiaramente le diverse categorie di viabilità: strade extraurbane, strade urbane e autostrade.
Ogni tipologia ha uno scopo specifico, una struttura propria e regole di circolazione diverse.
Conoscere queste differenze è fondamentale per chi guida, ma anche per chi studia la normativa o si occupa di mobilità e trasporti.
Per offrire una panoramica chiara, ecco una tabella riassuntiva con le principali differenze tra le tre tipologie di strade. I criteri considerati si basano sulla funzione, le caratteristiche tecniche e la regolamentazione:
| Caratteristica | Strade Extraurbane | Strade Urbane | Autostrade |
|---|---|---|---|
| Ambito | Fuori dai centri abitati | All’interno dei centri abitati | Collegamenti a lunga percorrenza |
| Classificazione | Tipo B (principali), Tipo C (secondarie) | Tipo D e F del Codice della Strada | Tipo A del Codice della Strada |
| Carreggiate separate | Sì, solo nelle principali | Generalmente no | Sì, sempre |
| Accesso veicoli lenti | Consentito in alcuni casi | Consentito | Vietato |
| Velocità massima (auto) | 90-110 km/h | 50 km/h (salvo diversa segnalazione) | 130 km/h |
| Segnaletica specifica | Cartelli blu | Cartelli bianchi | Cartelli verdi |
| Pedoni e ciclisti | Limitazioni variabili | Ammessi | Vietati |
Questa comparazione mette in evidenza non solo la funzione delle strade extraurbane come collegamento tra centri minori e maggiori, ma anche la loro posizione intermedia tra strade urbane e autostrade, sia per infrastruttura che per regolamentazione.
Un elemento distintivo fondamentale tra i diversi tipi di strada è la segnaletica verticale, che cambia colore e simbologia in base alla classificazione stradale.
La segnaletica non ha solo una funzione informativa, ma serve anche a regolare il comportamento degli utenti e ad assicurare la sicurezza.
Riconoscere rapidamente il tipo di strada dalla segnaletica è utile soprattutto quando si percorrono tratti misti, ad esempio nei pressi degli svincoli o nei passaggi da extraurbano a urbano.
Le strade extraurbane non sono accessibili a tutti i veicoli e utenti.
La circolazione è regolata da norme precise, che variano a seconda che la strada sia principale o secondaria.
Tuttavia, anche in assenza di barriere fisiche, l’accesso può essere limitato da segnaletica verticale o da specifiche ordinanze.
Generalmente non possono circolare:
Le strade extraurbane secondarie, essendo meno strutturate, possono ammettere anche alcuni di questi veicoli, ma dipende dai tratti specifici e dalle disposizioni locali.
Per i conducenti, è essenziale sapere se il proprio mezzo è abilitato alla circolazione extraurbana, sia per evitare sanzioni sia per viaggiare in sicurezza.

Le strade extraurbane, pur essendo meno complesse delle autostrade, seguono regole precise in termini di velocità e modalità di circolazione.
Il Codice della Strada stabilisce limiti specifici a seconda del tipo di veicolo, delle condizioni atmosferiche e del tipo di strada, distinguendo tra extraurbane principali e secondarie.
Sulle strade extraurbane principali, la velocità massima consentita per le automobili è di 110 km/h, ma può essere ridotta a 90 km/h in caso di pioggia o condizioni di scarsa visibilità.
Sulle extraurbane secondarie, invece, il limite scende a 90 km/h in condizioni normali, e può diminuire ulteriormente a seconda del contesto, come tratti pericolosi o con attraversamenti.
Questi valori sono definiti per garantire un equilibrio tra fluidità del traffico e sicurezza.
Per i veicoli pesanti, come camion e autobus, i limiti sono più restrittivi: 80 km/h su strade extraurbane principali e 70 km/h su quelle secondarie.
In nessun caso è consentita la circolazione di veicoli troppo lenti o inadatti, come ciclomotori o mezzi agricoli, a meno che non sia espressamente indicato.
Un altro aspetto importante riguarda la distanza di sicurezza.
Su queste strade, dove la velocità media è elevata, mantenere una corretta distanza tra i veicoli è obbligatorio.
In caso di rallentamenti improvvisi, la distanza minima può fare la differenza tra una frenata efficace e un incidente.
Anche le modalità di sorpasso sono regolate in modo più severo.
Il sorpasso va effettuato solo quando la visibilità lo consente e mai in prossimità di curve, incroci o dossi.
È obbligatorio rientrare nella corsia di marcia appena possibile, senza tagliare la strada ad altri veicoli.
Infine, sulle strade extraurbane è vietato fare inversione di marcia o fermarsi sulla carreggiata, salvo casi di emergenza.
In caso di guasto, il veicolo deve essere spostato il più possibile sulla banchina, segnalato con il triangolo e, se previsto, con le luci di emergenza.
Chi guida su queste strade deve dunque non solo rispettare i limiti, ma anche adottare un comportamento prudente, anticipando le situazioni di rischio e leggendo attentamente la segnaletica.

La funzionalità e la sicurezza delle strade extraurbane dipendono non solo dalla progettazione, ma anche dalla gestione e dalla manutenzione continua.
Ogni tratto deve garantire visibilità, stabilità del fondo stradale e presenza di infrastrutture di sicurezza in linea con le normative vigenti.
L’efficienza della rete viaria extraurbana si misura anche dalla qualità delle opere di manutenzione, dalla tempestività degli interventi e dall’aderenza ai requisiti tecnici definiti a livello nazionale.
La competenza nella gestione delle strade extraurbane è distribuita tra enti statali, regionali, provinciali o comunali, in base alla classificazione della strada stessa.
Le strade extraurbane principali, se classificate come statali, sono gestite da ANAS S.p.A., società controllata dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
L’ente si occupa di tutto ciò che riguarda viabilità, manutenzione ordinaria e straordinaria, controllo della segnaletica e gestione degli interventi d’emergenza.
Le strade extraurbane secondarie possono invece rientrare sotto la responsabilità di Province, Città Metropolitane o Regioni, che ne curano l’operatività in base alle risorse disponibili e ai piani locali di mobilità.
In alcuni casi, la gestione può essere delegata a società private tramite concessioni, soprattutto per tratti ad alto traffico o con importanza strategica per i collegamenti territoriali.
Per garantire la sicurezza degli utenti, ogni strada extraurbana deve rispettare requisiti minimi di visibilità, segnalazione luminosa e protezione laterale.
La visibilità riguarda principalmente la geometria della strada, la corretta segnaletica verticale e orizzontale, e l’assenza di ostacoli lungo la traiettoria visiva del conducente.
Nei tratti a maggiore rischio, sono previsti dispositivi di illuminazione notturna, soprattutto in prossimità di incroci, curve pericolose o svincoli.
Le barriere di sicurezza, dette anche guardrail, sono obbligatorie nei punti con rischio di uscita di strada, come scarpate, ponti o carreggiate sopraelevate.
Queste strutture devono essere certificate e installate secondo le norme tecniche UNI EN specifiche per resistenza e comportamento in caso d’urto.
Nelle intersezioni più complesse, possono essere presenti dispositivi luminosi intermittenti o segnalatori ottici per migliorare la percezione degli utenti, soprattutto di notte o in condizioni di nebbia.
L’adeguamento delle strade esistenti alle nuove normative avviene progressivamente, in base ai fondi stanziati e alla priorità dei tratti considerati più critici per la sicurezza pubblica.
La manutenzione delle strade extraurbane si divide in due categorie principali: ordinaria e straordinaria.
Quella ordinaria comprende tutte le attività ricorrenti necessarie a mantenere la strada in uno stato di piena efficienza: pulizia delle cunette, ripristino della segnaletica, sfalcio dell’erba, controllo dei drenaggi, sistemazione di piccole buche e crepe nell’asfalto.
Gli interventi straordinari, invece, si attivano in presenza di danni strutturali, cedimenti del manto stradale, frane, eventi meteorologici eccezionali o a seguito di incidenti gravi.
In questi casi, possono essere previsti rifacimenti completi della pavimentazione, realizzazione di nuove barriere, ampliamenti delle carreggiate o miglioramenti infrastrutturali legati all’evoluzione del traffico.
La tempestività e la qualità degli interventi incidono direttamente sul livello di sicurezza e sulla fluidità della circolazione.
Per questo, molte amministrazioni utilizzano sistemi di monitoraggio in tempo reale, rilievi stradali digitali e piani pluriennali per programmare lavori in modo preventivo.
Il rispetto degli standard tecnici di manutenzione non è solo una questione operativa, ma un obbligo previsto dalla normativa.
La responsabilità civile in caso di sinistro può ricadere sull’ente gestore se la strada presenta difetti gravi non segnalati o non riparati in tempi adeguati.
Ora vogliamo risponde ad alcune delle domande più comuni che riguardano la circolazione sulle strade extraurbane, in particolare per quanto riguarda l’uso di mezzi leggeri, la segnaletica e i limiti di velocità.
Le risposte fanno riferimento alla normativa italiana vigente e aiutano a chiarire dubbi ricorrenti tra conducenti e cittadini.
No, i monopattini elettrici non possono circolare sulle strade extraurbane, salvo che siano presenti specifiche piste ciclabili integrate nella carreggiata o apposite indicazioni locali.
Secondo il Codice della Strada, questi veicoli leggeri sono equiparati a velocipedi e quindi soggetti a forti limitazioni.
In particolare, è vietato il loro utilizzo su strade extraurbane principali, mentre l’eventuale circolazione su quelle secondarie dipende dalla presenza di infrastrutture ciclabili e dall’ordinanza comunale o provinciale competente.
Chi utilizza un monopattino elettrico su una strada non autorizzata rischia sanzioni e il sequestro del mezzo.
L’obiettivo della normativa è evitare situazioni pericolose, soprattutto in tratti dove i veicoli viaggiano a velocità sostenuta.
La segnaletica stradale verticale è il modo più diretto per identificare una strada extraurbana.
Il primo elemento da osservare è il colore dei cartelli: sulle strade extraurbane i segnali di direzione e informazione sono a sfondo blu, con scritte bianche.
Questo le distingue nettamente dai segnali a sfondo verde usati sulle autostrade e da quelli a sfondo bianco presenti nelle aree urbane.
Inoltre, molte strade extraurbane riportano un cartello con la scritta “inizio strada extraurbana” oppure l’indicazione della tipologia, come “Strada Statale SS” seguita dal numero identificativo.
In uscita dai centri abitati è spesso visibile anche il cartello che indica il termine della zona urbana, altro segnale utile per capire che si sta entrando in una tratta extraurbana.
Anche l’infrastruttura può offrire indizi: carreggiate larghe, assenza di edifici vicini, presenza di banchina laterale e intersezioni a raso regolamentate sono elementi tipici di queste strade.
La velocità massima consentita su una strada extraurbana secondaria è di 90 km/h per le automobili e i motocicli, in condizioni normali e in assenza di segnaletica che indichi limiti inferiori.
Questa categoria di strada, definita “Tipo C” dal Codice della Strada, è progettata per collegamenti locali o intercomunali, e presenta standard infrastrutturali più semplici rispetto alle extraurbane principali.
Il limite può essere ridotto a discrezione dell’ente gestore, ad esempio in presenza di incroci pericolosi, tratti in curva o accessi privati.
Per i veicoli pesanti, il limite scende ulteriormente, generalmente a 70 km/h, salvo diverse indicazioni.
È importante ricordare che in caso di condizioni meteo avverse come pioggia intensa o nebbia, anche in assenza di segnaletica specifica, il conducente è tenuto a ridurre la velocità in base alla visibilità e alle condizioni dell’asfalto, per garantire la sicurezza propria e altrui.